Grotte del Capo
Zona A dell’Area Marina Protetta PlemmirioDifficoltà
Basso per entrambi gli itinerari Medio (con presenza di corrente)
Profondità Max.
18 metri (percorso verde) 30 metri (percorso rosso)
Visibilità
Buona / sufficiente (se è presente corrente verso sud)
Interesse
♥ ♥ ♥ ♥
Alto
Descrizione
È una immersione in parete adatta a tutti i subacquei, in quanto non presenta particolari difficoltà. Tuttavia è opportuno verificare l’eventuale presenza di corrente e controllare durante l’immersione la profondità massima pianificata perché dalla parete il fondo degrada fino ad oltre i 30 metri.
L’immersione inizia in corrispondenza di una rientranza lungo la falesia; poco sotto la superficie si apre un profondo ed alto corridoio, che da una profondità di 8-10 m ci conduce fino a 16 m. Qui si apre di fronte a noi una franata costituita da molti massi di grandi dimensioni, distribuiti per alcune decine di metri. Fra questi massi si aggirano saraghi, salpe, occhiate e cernie. Ci dirigiamo in direzione del mare aperto e, proprio sul limite della franata, scorgiamo una spaccatura posta in mezzo a due massi; questa è la tana di un numeroso gruppo di grosse corvine.
A questo punto ci dirigiamo in direzione di Capo Murro di Porco, che prosegue sotto il pelo dell’acqua fino ad una trentina di metri di profondità. Doppiamo il Capo e dopo pochi metri noteremo, lungo la parete alla nostra destra, l’ingresso di un passaggio riccamente concrezionato posto a circa 24 m di profondità. Al suo interno si possono vedere spesso alcune grosse cernie brune. Percorrendo la fessura, che sale obliquamente all’interno della roccia, ci ritroveremo nuovamente dall’altro lato del Capo. Da segnalare è anche la presenza, poco oltre l’ingresso del passaggio, dei resti di un peschereccio posti ad una profondità di circa 30 m.
L’imbarcazione, che si chiamava Maestrale II ed era lunga 16 metri, è affondata il 13 dicembre del 1995 in seguito alle cattive condizioni metereologiche di quel giorno. Ritornando indietro seguiamo la parete sulla nostra sinistra e, riducendo la profondità, vedremo aprirsi nella falesia un camino che da una profondità di circa 16 m ci porterà fino ai 12 m. in una rientranza all’interno del camino, nei pressi dell’apertura superiore, è presente un esemplare di cerianto completamente bianco.
Infine, continuando a seguire la parete a sinistra, dopo aver percorso in senso inverso il corridoio iniziale, troviamo due grotte che si estendono tra i 5 m di profondità e la superficie; queste cavità possono essere esplorate in totale sicurezza in quanto ampie, ben illuminate e prive di biforcazioni e di fango sul fondo. Inoltre le nostre bolle non possono arrecare alcun danno in quanto le volte delle grotte sono affioranti e risentendo quindi del moto ondoso sono quasi del tutto prive di organismi incrostanti. La prima, dopo un tratto iniziale rettilineo, dopo una curva a gomito conduce ad un secondo ambiente caratterizzato dalla presenza di una colonna di origine carsica. Anche qui diversi esemplari di cerianto fanno bella mostra di sé sotto ai raggi delle torce. Nella seconda, invece, le forme di vita sono quasi del tutto assenti per via dell’effetto del moto ondoso sulle pareti rocciose. La luce blu che entra attraverso l’ingresso della grotta si riflette nella bolla d’aria presente sotto la volta, creando un gioco di luce spettacolare. Un secondo profilo di immersione, con una profondità massima di 18 m, prevede l’esplorazione del versante opposto della falesia. Dopo il corridoio iniziale, ci teniamo la parete sulla sinistra e attraversiamo una zona caratterizzata dalla presenza di alcuni grossi massi.
Dopo qualche decina di metri, un invito nella falesia conduce all’ingresso di una grotta posto a 12 m di profondità. La grotta, detta “Pancia di Ivo”, è molto grande sia in altezza che in lunghezza – la profondità sul pavimento è di 18 m – e il fondo è roccioso. In fondo alla grotta è presente una fessura verticale che ospita diversi esemplari di corvina; questa fessura comunica con la superficie attraverso un camino nella falesia, attraverso il quale filtra la luce solare. Una volta usciti dalla Pancia, seguendo la parete sulla destra, si giunge alle due grotte affioranti descritte in precedenza.
Oltre il relitto del peschereccio, sul versante est di Capo Murro di Porco, si accede ad un profondo canyon che ci conduce fin alla superficie.